"Sono nato al mondo della fotografia nel 1984, in una fredda mattina autunnale, sulla spiaggia deserta. Al collo una Bencini 35mm dei miei genitori, impostata su "nuvoloso" (i diaframmi erano un optional), una pelliocla a colori Kodak e un'ottica fissa (credo un 45 o 50 mm).
Mi ricordo che scattai quasi tutte foto al mare e alla spiaggia deserti con l'orizzonte perfettamente al centro, praticamente vuote. Ma delle 24 sviluppate e stampate, me ne ricordo una: all'orizzonte una persona di spalle che cammina sulla spiaggia."
Ideatore nel 2008 del "Pesaro Photo Festival" (che curerà poi fino al 2010) e successivamente dell'"OpenPhotoContest di Gradara".
Rimini Sparita nasce quasi per gioco nell'aprile 2012 ed inizia in modo stabile la pubblicazione del materiale disponibile a fine giugno, attingendo principalmente dalla bibliografia su Rimini e dall'emeroteca gambalunghiana.
Immediatamente riscuote un imprevedibile successo acquisendo decine di nuovi lettori al giorno e superando i 3.500 appassionati dopo soli quattro mesi di attività.
La Redazione è oggi composta da diverse persone di età e formazione eterogenea, che pubblicano i propri contributi in modo volontario e costante.
L'innovazione dell'iniziativa è dovuta alla completa apertura dell'archivio all'esterno, da qualche giorno anche attraverso il sito www.riminisparita.info attraverso il quale tutti i lettori possono accedere, contribuire o prelevare a titolo gratuito il materiale così che la storia locale, anche quella spicciola venga diffusa in modo capillare soprattutto a vantaggio dei più giovani che peraltro sono quelli che stanno manifestando più interesse.
Naturalmente dalla Redazione viene comunque applicato un rigoroso controllo affinché il contesto rimanga civile e assolutamente indipendente.
"La Rimini che non c'è più" in cinque mesi ha superato i 4600 contatti su Facebook, diventando la pagina online incentrata sulla memoria più seguita, e suscitando l'interesse degli organi di informazione e di quanti sono desiderosi di scoprire la trasformazione ed i mutamenti di Rimini.
L'archivio fotografico raccoglie ormai centinaia di immagini di diversa provenienza e respiro, con un arco temporale che va dal 1800 ai giorni nostri.
L'associazione è del tutto priva di qualsiasi fine di lucro ed è assolutamente attenta alle fonti da cui vengono attinte le immagini indicandone sempre la provenienza e pubblicandole solo dopo aver richiesto il benestare di editori, tipografi, enti pubblici, collezionisti, siti web ed altre realtà editoriali e culturali.
A riprova dell'importanza dell'iniziativa sono tanti gli articoli sulla nostra redazione, che tiene anche una rubrica fissa su TeleIcaro e RadioIcaro, ed una su Sorpresa.
"La Rimini che non c'è più" ha lo scopo di far rivivere, nei ricordi dei cittadini, il fascino della Rimini ormai tramontata, il suo legame con la storia italiana, il suo spirito tenace e romantico per poter riscoprire l'importanza della memoria, elemento imprescindibile per l'esistenza di ogni comunità civile.