Questi sono i premiati del 4° concorso per sceneggiature "Grand Hotel".
Miglior sceneggiatura
Grand Hotel di Maja Costa
Grand Hotel affronta con estrema delicatezza il complesso rapporto di un padre con le proprie figlie, perdute da tempo. L'uccello ormai estinto, che le ragazze osservavano da piccole, il passero spagnolo, non è null'altro che il tassello mancante della loro relazione con il padre, metafora della figura materna scomparsa anni addietro. Il punto di forza della scenggiatura risiede principalmente nella grande abilità di intesecare la metafora con il coinvolgimento emotivo. Il Grand Hotel nel quale è ambientata la storia corrisponde alla materializzazione dello stato d'animo del protagonista: abbandonato a sé stess, decadente e prossimo alla fine. La scenggiatura si distingue per la sapiente maestria poetica dell'autrice, che ha saputo narrare gli stati d'animo dei personaggi senza scadere nel didascalico, ma al contrario caratterizzando la narrazione con una sottile nostalgia di fondo che coinvolge il lettore e lo porta emotivamente a vivere in prima persona la storia. Poesia e narrazione allo stato puro.
Menzione Speciale
Fotoricordo di Andrea Bondioli
La nostalgia, la malinconia che emerge da questa sceneggiatura è palpabile. Rimanere nel ricordo degli altri è desiderio comune, ancor più per un anziano ex attore di successo. Il protagonista, prima di uscire di scena definitivamente, decide di farsi fare un servizio fotografico e per questo sceglie un giovane fotografo. Il rapporto che si viene a creare tra i due è estremamente lampante: il giovane cammina veloce, l'anziano è arrivato ormai alla fine del suo percorso. Da lodare l'abilità del giovane autore, che ha saputo stupire con un linguaggio delicato e dolce, affrontando un tema profondo e spinoso, come quello del passare inesorabile della vita e del tempo, con un sapiente tocco di leggerezza.